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domenica 20 dicembre 2020

IL NUOVO MESSALE ITALIANO

 



 

Solo qualche riflessione sulle principali novità del nuovo Messale in italiano. Si tratta della “traduzione” del Missale Romanm, edizione tipica latina del 2002 (ristampata con qualche cambiamento nel 2008).

- Una delle caratteristiche di questo nuovo Messale è che ha cercato di essere fedele al testo originale latino. Così, ad esempio, l’invito alla comunione: “Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, ora recita: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello” (dal latino: Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi. Beati qui Ad cenam Agni vocati sunt). Il testo latino è più coerente e ricco dottrinalmente. Infatti, in primo luogo, si presenta l’Agnello di Dio (che immediatamente prima è stato invocato tre volte). Poi si parla della cena dell’Agnello (cf. Ap 9,19), e in questo modo il banchetto eucaristico appare come sacramento, anticipo del banchetto celeste. Un altro caso di fedeltà al testo latino lo troviamo nella preghiera eucaristica II, dove si diceva: “Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l’effusione del tuo Spirito”, ora si dirà: “Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità. Ti preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito” (Spiritus tui rore sanctifica). L’immagine della rugiada è biblica, e indica fecondità, prosperità: “Sarò come rugiada per Israele” (Os 14,6). Un altro caso ancora è la formula “Scambiatevi un segno di pace”, che ora diventa: “Scambiatevi la pace” (Offerte vobis pacem).

- Non sempre però la traduzione è fedele alla lettera del testo latino. Così il pro multis della preghiera eucaristica è ancora tradotto “per tutti”, per evitare confusioni. L’espressione corpus meum, quod pro vobis tradetur, conserva il testo anteriore: “offerto in sacrificio per voi” (la parola “sacrifico” non c’è nel testo latino, ma esplicita la forma verbale “offerto”).

- I testi biblici presenti nel Messale sono quelli dell’edizione italiana della Bibbia della CEI del 2007. Così, ad esempio, il nuovo e ormai noto testo del Padre nostro: “come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione”. Una eccezione è l’espressione del Gloria: “e pace in terra agli uomini di buona volontà”, che traduce il testo latino et in terra pax hominibus bonae voluntatis, è sostituita con “e pace agli uomini amati dal Signore” (la Bibbia della CEI dice: “e pace agli uomini che egli ama”). La formula scelta è stata preferita perché per numero di sillabe e accenti si adegua meglio alle melodie con cui fin ora il Gloria è stato cantato. Inoltre è più fedele al ricco significato del testo greco εύδοκίαϛ (cf. Lc 2,14), che letteralmente significa “di benevolenza (sua)”. E’ stata modificata anche la breve preghiera che il sacerdote dice nel fare il lavabo: “Lavami, Signore, da ogni colpa, purificami da ogni peccato”, ora diventa: “Lavami, o Signore, dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro”. La modifica è stata introdotta per essere in sintonia con la fonte biblica: Sal 51,4 nella nuova versione della CEI.

- C’è anche qualche cambiamento che intende rispettare le esigenze della lingua italiana, come, ad esempio, il saluto iniziale: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore del Padre e la comunione dello Spirito Santo siano (non più sia) con tutti voi”. La grammatica italiana chiede che il verbo sia coniugato al plurale, essendo tre i sostantivi con i quali si accorda. Si noti che non sempre il latino adopera il verbo in questi saluti come, ad esempio, nella formula Dominus vobiscum. Possiamo collocare qui anche il cambiamento nel ricordo dei vivi della Preghiera eucaristica II: “tutto l’ordine sacerdotale”, che traduce il latino universo clero, viene reso con il più comprensibile e fedele “i presbiteri e i diaconi”.

- Si è cercato di adoperare un linguaggio più inclusivo. Così nel Confesso a Dio, si dice “a voi fratelli e sorelle”. Alla fine della presentazione dei doni, il sacerdote si rivolge ai fedeli con queste parole: “Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e il vostro sacrificio…” E nella preghiera eucaristica, là dove si ricorda i defunti, si dice “Ricordati dei nostri fratelli e sorelle, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione”. E così ogni volta che ci si rivolge all’assemblea come “fratelli”.

- La terza edizione latina del MR ha introdotto nelle domeniche e ferie della Quaresima una “orazione sul popolo” ad libitum, che amplifica e arricchisce il gesto della benedizione finale della Messa. Vi troviamo anche due nuovi prefazi per la celebrazione dei santi pastori e due per i santi e sante dottori della Chiesa: “Nel tuo disegno di amore hai illuminato san N. (santa N.) e con i suoi insegnamenti allieti la Chiesa nella sublime bellezza della tua conoscenza”.

- Il Messale italiano contiene alcuni testi nuovi, non presenti nel Messale latino. Questi testi sono indicati con un asterisco (*). Così, ad esempio, alcune formule del rito penitenziale iniziale.

- La triplice litania del Kyrie, si trova prima in greco e poi la possibilità di dirla o cantarla in italiano.

- Le “collette alternative”, presenti nel Messale italiano fin ora in uso, sono state ritoccate perché meglio esprimano la funzione liturgica della colletta. Possono essere utilizzate come collette oppure come orazioni che chiudono la preghiera dei fedeli. Il testo di queste collette è più aderente alla parola di Dio e più vicino alla vita nel linguaggio utilizzato e nel riferimento alla dimensione antropologica della fede.

 

BIBLIOGRAFIA:

Paolo Tomatis, Al servizio del dono. La nuova edizione del Messale, ELLEDICI, Torino 2020.

Goffredo Boselli, Le nozze dell’Agnello. Guida alla nuova traduzione del Messale, San Paolo, Cinisello Balsamo 2020.

Conferenza Episcopale Italiana. Ufficio Liturgico Nazionale. Ufficio Catechistico Nazionale, Un Messale per le nostre Assemblee. La terza edizione italiana del Messale Romano: tra Liturgia e Catechesi, Editore: Fondazione di Religione, Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, Roma 2020.