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domenica 18 ottobre 2020

IL SIGNIFICATO DEL CERO PASQUALE

 



 

Francesco Mazzitelli, Urget unda flammam. Il significato battesimale del cero pasquale (Bibliotheca “Ephemerides Liturgicae” – “Subsidia” 192), CLV – Edizioni Liturgiche, Roma 2020. 264 pp. (€ 33.00).

Secondo Francesco Mazzitelli, l’uso del cero pasquale sorse nell’Italia settentrionale verso la fine del IV secolo, in un contesto ariano, e fu accolto a Roma, ma non nella liturgia papale, in concomitanza con la condanna del Pelagianesimo.

Secondo il Liber Pontificalis, l’imperatore Costantino fece collocare nel centro della vasca nel battistero lateranense una colonna di porfido, elemento architettonico che sembra aver ispirato l’immersione del cero nel fonte. Questo rito vuole significare la discesa della grazia santificante sull’acqua per la rigenerazione dei neofiti.

In alcune antiche tradizioni liturgiche, il legame tra il cero pasquale e il fonte battesimale venne reso più esplicito collocando la benedizione del cero dopo le letture e prima della benedizione del fonte. Nella liturgia romana, questo legame si allentò gradualmente, quando si cominciò a celebrare la veglia pasquale senza i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Recuperare l’intimo legame tra il cero e il fonte serve a render più esplicita l’altissima vocazione che i cristiani ricevono nel battesimo: diventare, per grazia, partecipi della vita divina (cf. 2 Pt 1,4).

Vale la pena leggere questo libro che getta nuova luce sulle conoscenze che abbiamo della storia e del significato del cero pasquale.