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domenica 7 novembre 2021

LA CELEBRAZIONE LITURGICA FA LA CHIESA

 



 

Pierangelo Sequeri, Gloria della liturgia forza del credere. La celebrazione è la forma della Chiesa: non si tratta di nutrire nostalgie ma di restituire incanto e bellezza a quel “luogo” che apre il “tempo”, in “Luoghi dell’infinito”, ottobre 2021, 26-30.

 

Di questo interessante articolo del Prof. Sequeri, offro in seguito ciò che sembra essere lo schema fondamentale e minimo del suo discorso. Raccomando la lettura del testo intero.

 

Il Professore inizia affermando: “La celebrazione liturgica, prima ancora di ‘comunicare’ una forma di Chiesa, la ‘fa’. La imprime e la esprime nel suo stesso esercizio”. Il mistero accade nonostante la nostra pochezza, che spesso riduce il rito a mesta incombenza disciplinare o a fantasiosa animazione dopolavoristica. Il passaggio alla contemporaneità dell’ethos che deve ospitare e confermare la bellezza di una celebrazione cristiana eloquente, nell’habitat della città secolare, non è ancora avvenuto. Non si tratta di espedienti per “animare” la liturgia, spesso così “creativi” da configurare una ritualità parallela a quella prevista.

 

L’appello all’incanto perduto del rito sacro, anche se erroneamente fissato sul blocco della tradizione preconciliare e sull’uso della lingua latina, ha qualche ragione. La traduzione e l’aggiornamento che ci mancano riguardano la pratica mistagogica del rito. Troppo lunga è stata la sottovalutazione dell’estetico (il rito); troppo precipitosa appare la sua conciliazione. Manca la sapienza fine di un’estetica dell’intensità – non dell’animazione – della scena liturgica, della memoria biblica, della fantasia ecclesiale.