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venerdì 21 maggio 2021

DOMENICA DI PENTECOSTE (B) – 23 Maggio 2021 Messa del giorno

 

 


 

At 2,1-11; Sal 103; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15

 

La prima lettura narra l’evento di cui facciamo oggi memoria: cinquanta giorni dopo pasqua, gli apostoli con Maria e gli altri discepoli di Gesù erano raccolti in preghiera nel cenacolo a Gerusalemme. All’improvviso apparve lo Spirito Santo in forma di lingue di fuoco che si posarono su ciascuno di loro. In questo modo si adempiva la promessa che Gesù aveva fatto prima di salire in cielo, di cui parla anche il vangelo d’oggi.

 

Per gli Ebrei la festa della pentecoste era inizialmente una gioiosa festa contadina chiamata “festa della mietitura” o “dei primi frutti”. Lo scopo primitivo di questa festa era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra. Però col passar delle generazioni, gli Ebrei diedero alla festa un significato nuovo. Nel giorno di pentecoste s’iniziò a commemorare il dono della Legge di Dio sul Sinai.

 

La Pentecoste cristiana ricorda un altro dono, non una legge scritta ma lo Spirito Santo, che è l’amore del Padre e del Figlio. Nel secondo discorso d’addio, riportato dal vangelo d’oggi, Gesù promette agli apostoli l’invio dello “Spirito della verità”, espressione ripetuta ben due volte. “Della verità”, cioè in stretto rapporto con la verità rivelata da Gesù Cristo. Lo Spirito è il dono di comprensione piena di tutta la verità rivelata da Gesù, interpretandola in riferimento agli eventi che man mano accadranno fino alla fine dei tempi.

 

Della vita nuova che scaturisce dal dono dello Spirito ci dà una descrizione essenziale san Paolo nella seconda lettura. Tutti noi che abbiamo ricevuto lo Spirito, dobbiamo camminare “secondo lo Spirito”. Lo Spirito è fonte e garanzia di libertà per quelli che si lasciano guidare dal suo impulso interiore. Siccome tutta la volontà di Dio è concentrata nel precetto dell’amore, per quelli che seguono l’impulso interiore dello Spirito non c’è bisogno del controllo esterno della legge, perché ne attuano spontaneamente tutte le esigenze. La pentecoste ebraica ricordava il dono della Legge sul Sinai. La pentecoste cristiana celebra il dono dello Spirito, che effonde nei nostri cuori l’amore di Dio, la nuova legge interiore che deve guidare la vita del cristiano. Nella pentecoste cristiana il cenacolo appare come il nuovo Sinai e il dono della Legge, che inaugurò a suo tempo il periodo dell’antica alleanza, è sostituito ora con il dono dello Spirito, che inaugura invece l’era della nuova alleanza.

 

Con l’effusione dello Spirito viene “portato a compimento il mistero pasquale” (prefazio). La pasqua non sarebbe completa senza il dono dello Spirito. Il disegno del Padre portato a termine dal Figlio incarnato nel mistero della sua morte e risurrezione trova compimento nel dono dello Spirito, dono di Cristo che proviene dal Padre, fonte ultima dalla quale anch’egli viene.

  

Dio vivifica e rinnova continuamente ogni cosa col soffio dello Spirito Santo. Soltanto la durezza del nostro cuore può rendere ciechi e oscurare questa presenza vivificante dello Spirito.