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venerdì 5 febbraio 2016

SI PUÒ PARLARE ANCORA DI QUARESIMA?


 
 
 
Per rendere più efficace il messaggio quaresimale, nel Medioevo si era soliti raffigurare allegoricamente la battaglia fra il Carnevale e la Quaresima, dove il Carnevale era rappresentato da persone paffute e gioiose seguite da una schiera di prosciutti, lardi, salami, mentre la Quaresima era rappresentata da personaggi magri e pallidi, seguiti da sardine, pesci e baccalà. Alla fine, la vittoria era sempre della Quaresima. E’ famosa al riguardo la Battaglia fra il Carnevale e la Quaresima  del pittore fiammingo Pieter Bruegel il Vecchio (sec. XVI). Oggi invece qualcuno ha scritto: “Sta morendo il Carnevale perché la Quaresima è già morta da un pezzo” (F. Cardini, Il libro delle feste. Il cerchio sacro dell’anno, Il Cerchio SRL, Firenze 2011, p. 201). Si può quindi parlare ancora di Quaresima? Si può parlare ancora di Quaresima e di penitenza per l’uomo di oggi?
 
Il tempo quaresimale, pur essendo un periodo importante dell’anno per l’incremento della vita cristiana, oggi la maggior parte dei battezzati non la avverte come una volta. Quando la Quaresima era sentita e osservata (magari con spirito legalistico, ma osservata) dai cristiani come un tempo contrassegnato da rinunce e pratiche penitenziali, vi era un’espressione popolare per indicare qualcosa di difficile e noioso: “lungo come una Quaresima”. Oggi quasi nessuno ricorre a questa esclamazione, semplicemente perché la Quaresima non è più vissuta “a caro prezzo”. Nel passato, le nostre chiese avevano un assetto adatto alla circostanza, si comprendeva che era Quaresima, oggi invece passa quasi inosservata. Occorre quindi riscoprire il significato e il valore della Quaresima alla luce della tradizione bimillenaria della Chiesa e nel contesto delle attuali circostanze in cui ci troviamo. Il fenomeno del secolarismo in cui è immersa la società ci conduce a un’autentica “schizofrenia” religiosa, che divide la nostra vita in due parti: la parte religiosa e la parte secolare, tra loro sempre meno interdipendenti. Bisogna fare uno sforzo spirituale per riscoprire, ricuperare e aggiornare i costumi e i richiami ereditati dalla tradizione, che costituiscono i mezzi del nostro sforzo quaresimale.